
Tra le misure di welfare, quale provvidenza equivalente all’Indennità di disoccupazione, esistono il Reddito minimo garantito e il Reddito di cittadinanza.
La differenza tra il Reddito minimo garantito e il Reddito di cittadinanza è che il primo viene erogato ad una platea selezionata e “condizionata”; il secondo, all’intera cittadinanza senza alcuna condizione che non sia appunto la cittadinanza.
Com’è noto, il reddito di cittadinanza è la proposta principale di M5S, che gli arrise quasi la vittoria alle scorse elezioni politiche.
Ma è una proposta sempre più attuale in Occidente, sia per parare gli effetti della globalizzazione, che ha spostato una quota rilevante della produzione di beni nei Paesi emergenti, sia per far fronte alla disoccupazione tecnologica: sostituzione di manodopera ad opera dei robot o di addetti ai servizi bancari o commerciali ad opera di Internet, ecc.[1]
[1] Disoccupazione tecnologica: che cos’è? Ecco il risultato del progresso
L’avanzamento della tecnologia crea nuova disoccupazione? La disoccupazione tecnologica teorizzata da Keynes già 85 anni fa è un fenomeno attuale e ancora controverso.
La Finlandia è il primo Paese che sperimenta il reddito di cittadinanza, anche se limitatamente ad un gruppo di 2.000 persone, che costituisce il campione di prova.[2]
[2] In Finlandia provano a introdurre il reddito di cittadinanza
È un esperimento: un gruppo di persone lo riceverà per due anni, anche se nel frattempo troveranno lavoro, e poi si vedrà
Pagati per cercare lavoro. Così la Finlandia riscrive le regole dello Stato sociale
Esperimento a Helsinki sul reddito di cittadinanza. A duemila disoccupati 560 euro al mese per due anni
ANDREA MALAGUTI - Pubblicato il 04/02/2017
La notizia sull’esperimento finlandese fu data per primo da Gli Stati Generali, l’anno scorso, in un articolo ricco di riferimenti a iniziative analoghe.[3]
[3] REDDITO MINIMO ED EXPERIMENTAL GOVERNEMENT. IL CASO FINLANDESE
Ne riporto i commenti in calce, rappresentativi del contrasto di opinioni sul Reddito minimo garantito.
Persino lo spietato neo-liberista Friedrich von Hayek (spietato come tutti i neo-liberisti), in un soprassalto di resipiscenza, sosteneva: “Non esistono motivi per cui in una società libera il governo non debba assicurare a tutti una protezione contro una grave privazione, sotto forma di reddito minimo sicuro o di un livello al di sotto del quale nessuno debba scendere” e che il governo ha l’obbligo di intervenire con azioni positive a favore di “chi per varie ragioni non può guadagnarsi da vivere in un’economia di mercato, quali malati, vecchi, handicappati fisici e mentali, vedove e orfani”. (Friedrich von Hayek). PS: Dossier reddito minimo garantito http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2798018.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/dossier-reddito-minimo-garantito.html).
PPS: Francesco Luccisano, del quale nel link proposto si può apprezzare la passione per il... calcio, deve essere uno dei tanti dalla pancia piena che discettano sul reddito minimo garantito.
Un fatto però passa sempre inosservato: il governo finlandese cerca di comprimere le sue spese e per tanto decide di dare questo sussidio indiscriminato, aprioristico. Noi in Italia, non ci sogneremmo mai di comprimere le spese. Pertanto un tale strumento sociale diverrebbe solo un indebitamento ulteriore verso le banche centrali, banche che, poverette, oggi sono a rischio di deflazione! Chissà come apprezzerebbero questo sforzo sociale del governo! A proposito di calcio nei blog: ho molti amici seri professionisti che hanno a che fare con il pubblico, avvocati, formatori, coach/counselor, salutisti etc. Poveretti! loro non possono come noi, scagliarsi verso questi o quei cattivi di turno come facciamo noi, perché tra i loro clienti presenti o futuri, ci sono anche quelli del partito dei cattivi! (ma qual è poi il partito dei cattivi? o meglio: qual è il partito dei buoni che sia anche dei bravi, capaci e concludenti? Io non ne conosco, l'unico potenziale, quello di Oscar Giannino ce lo siamo fumati per aver sottolineato un suo vezzo veniale, se confrontato con populismi, faziosità, falsi, corruzione etc. dei vari esponenti di qualsiasi corrente e dico qualsiasi!). Il reddito minimo è un'utopia che prevede alla base una coscienza sociale di ogni singolo individuo, tale da sottrarlo, alla fine del periodo nero alla necessità di usufruire di un fondo. Anche riguardo la salute etc. il fatto che sia gratis e soprattutto che sia un diritto porta troppa gente (ero quasi tentato di dire la quasi totalità, ma sembrerei fazioso) a sentirsi in dovere verso sé stessa (io uso l'accento anche davanti a "stesso" e non mi interessano certe cavillosità della mente italiana, origine dei nostri mali!) di usufruirne quanto più possibile! I distretti sanitari e i gabinetti di analisi sono pieni di gente che potrebbe tranquillamente fare a meno di spendere soldi pubblici. Questa non è coscienza sociale e gli italiani in generale di coscienza sociale ne hanno proprio poca. A mia madre ho fatto cessare tutte le analisi inutili che faceva mensilmente e la sua salute ne ha guadagnato, il suo pensiero è stato distolto dai suoi mali immaginari o supposti tali, le sue lamentazioni sono finite e sono tre anni che vive senza l'assillo di una morte incombente. Tra i vari farmaci che le ho eliminato c'era anche un ansiolitico: ora non soffre più di ansia come allora. Questo potrebbe dimostrare che un eccesso di pietà produce/può produrre la proverbiale cancrena? Chi lo sa!
Fesserie in serie, frutto di ignoranza. 1. Il reddito minimo garantito esiste in tutti i Paesi UE, con regimi economici variegati, tranne in Italia, Grecia e Ungheria [ora anche la Grecia lo ha introdotto https://luciogiordano.wordpress.com/2015/05/14/reddito-di-cittadinanza-e-reddito-minimo-garantito/]. 2. Anche l’Italia ha ridotto la spesa, sia quella per interessi che, in valore reale, quella primaria, che è in linea con la media UE e, a ben vedere, col dato della Germania (tra i più virtuosi tra i Paesi di confronto), ho già riportato i dati in calce a questo articolo: http://www.glistatigenerali.com/bilancio-pubblico/senza-altre-macerie/. 3. Peraltro, l’Italia è quasi l'unico Paese in UE28 che rispetta da anni il limite del 3% deficit/Pil, cfr. i dati in calce a http://www.glistatigenerali.com/bilancio-pubblico/blocco-sforamento-e-rinvio/. 4. La quota del debito italiano detenuta dalla banca d’Italia e dalla BCE è molto bassa; purtroppo, sia perché sono in mani “sicure”, sia perché gli interessi passivi vengono retrocessi in tutto o in parte all’Italia. 5. La deflazione non è un rischio potenziale ma c’è da 3 anni, e favorisce i creditori. 6. Oscar Giannino, orgogliosamente sedicente figlio di operai, è un utile idiota dei ricchi, come tutti i partitini e gli adepti del neo-liberismo, ideologia economica strampalata e spietata al soldo dei ricchi. Infine, 7. “Se stesso” è corretto senza l’accento, ma è ammesso anche l’accento, cfr. http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_5/interventi/897.shtml, mentre il soggetto non va mai separato con una virgola dal predicato verbale, a meno che non siano due virgole che racchiudono un inciso, cfr. http://www.manuscritto.it/punteggiatura.html. PS: L’adesione al neo-liberismo, ideologia strampalata e spietata al soldo dei ricchi, è un effetto; la causa determinante è, per solito, un’educazione troppo severa, autoritaria, castrante, che produce, da un lato, problemi col principio di realtà, da un altro, familiarità con la sindrome di Stoccolma e, dall’altro, sado-masochismo. E, spesso, idiosincrasia personale per le regole, che però si è inclini irresistibilmente ad imporre agli altri.
Reddito di cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S
L’Eurozona è un insieme di Paesi strutturalmente eterogenei; non sono previsti dai trattati europei (influenzati dall'ordoliberismo germanico, senza però le correzioni che ne hanno smussato le asperità in sede applicativa in Germania[1]) meccanismi di aggiustamento degli squilibri strutturali interni: né quelli tipici delle federazioni, né quelli che ne distribuiscono equamente i pesi tra Paesi forti e Paesi deboli.
Gli USA sono una federazione e perciò hanno i trasferimenti fiscali (quindi a fondo perduto) dagli Stati ricchi a quelli meno ricchi, che fanno da riequilibratori, per il tramite del bilancio federale, pari al 20% del Pil annuo USA (pari complessivamente a 17.500 mld $).
L'UE è invece ancora una confederazione (atipica), che non contempla i trasferimenti fiscali, il cui bilancio confederale ammonta ad appena l'1% del Pil complessivo (pari a 18.500 mld $) e la cui moneta è comune ad appena 19 Paesi su 28; ed il cui riequilibrio tra i Paesi membri avviene, non a spese dei Paesi ricchi, tramite i trasferimenti fiscali o, almeno, la sanzione dei surplus commerciali eccessivi,[2] ma a spese dei Paesi meno ricchi, attraverso la deflazione dei salari e la riduzione dei diritti e i trasferimenti di capitali in prestito (quindi a titolo oneroso) dai più forti e avvantaggiati dalla moneta unica (Germania, Olanda, Belgio, Francia, Austria, ecc.) a quelli deboli e svantaggiati dall'Euro (Piigs).
[2] Dialogo sul surplus commerciale eccessivo e il taglio dei salari
L’ideologia ordoliberista tedesca ha influenzato anche – forse soprattutto – lo statuto della BCE,[3] che è soltanto un po’ meno rigido di quello della Bundesbank, ma prevede anch’esso che l’obiettivo principale sia la stabilità dei prezzi (“sotto, ma vicino, al 2%”). Fatto salvo questo, essa ha, però, anche l’obiettivo di sostenere le politiche economiche dell’UE fissate dall’art. 3 del TUE,[3] tra cui “una crescita economica equilibrata” e “la piena occupazione”.
[3] Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto
Sotto questo aspetto, con la deflazione o l’inflazione molto sotto target e la crisi economica ed occupazionale che perdura da 7 (sette) anni (tranne in Germania e i suoi satelliti), la BCE ha mancato e sta mancando entrambi gli obiettivi statutari, con gravi conseguenze sui popoli europei più deboli e sui Paesi debitori (tra cui l’Italia). Il QE, implementato nel marzo 2015, è tardivo e insufficiente sia qualitativamente che quantitativamente, e di per sé, se non è accompagnato da una politica fiscale espansiva anticiclica (taglio di tasse e aumento di spesa) che accresca la domanda aggregata (consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette), non sarà in grado di debellare da solo la deflazione (come, ovviamente, ammette la stessa BCE).[4]
La Germania, che all’epoca era considerata la malata d'Europa, trasse vantaggio dall'introduzione dell'Euro nel 1999, il cui valore, derivante dalla sommatoria/media delle monete di dodici dei quindici Paesi che allora componevano l’Unione europea, in cui il Marco tedesco era la moneta più forte, fu inevitabilmente fissato ad un livello che teneva conto anche delle monete più deboli e perciò più basso del Marco e vantaggioso per la Germania (in pratica, essa beneficiò di una svalutazione monetaria),
Com’è noto, il cambio Lira/Euro fu fissato a 1.936,27. Era troppo basso o troppo alto? Secondo i critici di destra, in primis Silvio Berlusconi (evidente indizio di coda di paglia per i suoi mancati controlli dei prezzi), troppo alto. Per loro, soprattutto a seguito del lamentato, da parte della grandissima parte del popolo italiano, supposto raddoppio dei prezzi subito dopo la sua introduzione, sarebbe dovuto essere fissato addirittura a 1.000 Lire. Ma naturalmente è una sciocchezza macroscopica, poiché sarebbe equivalso a una rivalutazione preventiva del 100% e quindi al raddoppio immediato dei prezzi dei prodotti italiani per gli acquirenti esteri.[5]
[5] Il ‘change over’ Lira-Euro e le responsabilità di Berlusconi
Oltre alla svalutazione preventiva, la Germania pretese ed ottenne nel 2003-2005, non una semplice flessibilità, ma di sforare il limite del 3% di deficit/Pil, per un importo pari a una ventina di mld, quando implementò le riforme strutturali del lavoro, inclusi i mini job a 400€ mensili, che deflazionarono i salari tedeschi, procurando alla Germania un ulteriore vantaggio competitivo rispetto ai partner dell'Eurozona.
Vantaggio competitivo accresciutosi negli anni successivi, poiché la Germania, in aderenza alla sua ideologia mercantilista e ordoliberista, ha continuato e continua ad attuare tuttora una politica economica deflazionistica e restrittiva, scaricando sui partner deboli tutto l'onere dell'aggiustamento infra-EUZ.
Segnalo, en passant, che la Germania pretendeva di negare all'Italia (già penalizzata dal criterio ritenuto inaffidabile dalla stessa Commissione europea, oltre che dalla BCE, del calcolo del cosiddetto deficit strutturale[6] applicato dalla Commissione europea), quando il governo Renzi ha implementato la riforma del lavoro (il cosiddetto Jobs Act), non uno sforamento del limite del 3%, ma una misera e drammaticamente insufficiente flessibilità, come misura anticiclica.
La soluzione ai difetti strutturali dell’Euro possono essere gli Stati Uniti d’Europa? Sì, certamente, ma purtroppo nel lungo periodo. Come scrive al riguardo il prof. Gustavo Piga. Egli, inoltre, commentando un saggio di Hugh Rockoff intitolato “How Long Did it Take the United States to Become an Optimal Currency Area?”, ovvero “Quanto ci hanno messo gli Stati Uniti a divenire una Area Valutaria Ottimale?”, spiega perché, nonostante i difetti, per l’Unione Europea è preferibile continuare ad adottare una moneta ed una politica monetaria comune.[7]
[7] Moneta e bandiera: il se e quando degli Stati Uniti d’Europa
Gustavo Piga - 18 agosto 2016
Ed invece il prof. Joseph Stiglitz, in un articolo sul Financial Times, afferma che l’Euro è insostenibile e propone di dividerlo in due.[8]
[8] A split euro is the solution for Europe’s single currency
Joseph Stiglitz - August 17, 2016 4:32 am
The problems with the structure of the eurozone may be insurmountable, writes Joseph Stiglitz
(trovate l'articolo originale e la traduzione in questo mio post (nell'appendice):
Critiche severe all’economia italiana da importanti giornali di Spagna, Francia, Gran Bretagna e USA
Intanto, si susseguono proposte per far fronte alla deflazione, renitente alla presunta cura per giunta tardiva del QE implementata dalla BCE, e alla crisi economica.[9]
[9] QE, il monetarismo e la fallacia logica della falsa equivalenza
Tra queste, la “moneta dall’elicottero”, vecchissima espressione coniata da Milton Friedman, il padre del monetarismo, che ogni tanto rispunta fuori - ora soprattutto ad opera dei neo-liberisti pentiti, di fronte al fallimento della loro ideologia strampalata e spietata al soldo dei ricchi -, che prevede che i soldi vengano distribuiti direttamente ai cittadini.[5]
[5] Ad esempio, l’ho letta e discussa mesi fa qui:
Carlo Clericetti - 21 APR 2016
Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota
Ma la moneta dall’elicottero non è ancora sufficiente, se non hai modo di costringere i beneficiari a spenderla, perché potrebbero destinare quei soldi, in tutto o in parte, a risparmio (che, come si vede oggi, anzi da anni, rimane nel circuito finanziario). Perciò – dice Clericetti - è meglio darli allo Stato, che li destina a opere pubbliche.
Attenzione, però, non indifferentemente a spesa pubblica, ma prioritariamente a investimenti, perché se lo Stato li destinasse, poniamo, a finanziare il reddito di cittadinanza,[10] si rischierebbe di ricadere, in tutto o in parte, nello stesso problema (vedansi gli 80€/mese decisi dal Governo Renzi, che solo in parte si sono trasformati in consumi).