ANALISI QUALI-QUANTITATIVE - 18 - FISCO: EVASIONE FISCALE 2011 E IRPEF 2010
L’evasione è stimata in
280 miliardi di reddito che equivalgono ad un minor gettito fiscale di 130
miliardi.
Secondo l’Associazione
Contribuenti.it, l’evasione ammonterebbe complessivamente, nel 2011, addirittura
a 180 MLD, così determinata per aree:
a) La prima riguarda l'economia
sommersa. L'esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,9 milioni
di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono
stati ricompresi anche 850.000 lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il
terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34,3 MLD di euro.
b) La seconda è l'economia criminale realizzata dalle
grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa)
che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7%. Si stima che il giro di
affari non "contabilizzati" produca un'evasione d'imposta pari a 78,2 MLD di euro l'anno.
c) La terza area è
quella composta dalle società di
capitali, escluso le grandi imprese. Dall'incrocio dei dati è emerso che il
78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno
di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5
anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano "teste di legno"
tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società
di capitali operative, l' 81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione
fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro
l'anno.
d) La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il
bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94 % delle big company
abusano del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le
società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di
fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,2 MLD di euro all'anno. Nel 2011, le
100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14% le imposte dovute
all'erario.
e) Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole
imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di
fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.
In
testa nel 2011, tra le regioni, dove
sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con
+15,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 14,9% e
la Valle d'Aosta con +13,6%. A seguire la Liguria con +13,5%, il Piemonte con +13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio con +12,9%, l'Emilia Romagna con +12,8%,
la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,3%, la Puglia con +10,6%, alla
Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e l'Umbria con +7,1%.
In
Italia i principali evasori sono gli industriali
(33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori
dipendenti (7,4%).
A
livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Ecco, invece, i dati comunicati
3 giorni fa dal MEF, relativi alle dichiarazioni IRPEF 2010:
Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche
sulle dichiarazioni delle persone fisiche (IRPEF) relative all'anno d'imposta
2010, a sei mesi dal termine di presentazione (settembre 2011).
L'accelerazione impressa
negli ultimi anni dal Dipartimento delle Finanze alle procedure di validazione
statistica ed il continuo miglioramento delle attività di ricezione e
trattamento delle dichiarazioni da parte dell'Agenzia delle Entrate consentono
di rendere tempestivamente disponibili i dati fiscali.
Quadro generale
Dopo la profonda crisi
economica che ha segnato il 2009, il 2010 è stato caratterizzato da una lieve
ripresa, con un recupero del PIL reale (+1,8%) e nominale (+2,2%).
Numero di contribuenti
Circa 41,5 milioni di contribuenti
hanno assolto direttamente l'obbligo dichiarativo attraverso la presentazione
dei modelli di dichiarazione Unico e 730, ovvero indirettamente attraverso la
dichiarazione dei sostituti d'imposta (Modello 770). Nel 2010 il numero dei
contribuenti torna a crescere, seppur in maniera molto lieve (+24 mila),
recuperando in minima parte il calo registrato nell'anno precedente (-280
mila), soprattutto grazie all'aumento dei contribuenti che dichiarano un
reddito da lavoro dipendente (+56 mila)[1].
Si assiste anche ad una contrazione dei soggetti che dichiarano reddito
d'impresa e di lavoro autonomo, influenzata dalla fuoriuscita dalla tassazione
ordinaria IRPEF di coloro che hanno optato per il regime dei minimi (+90 mila
adesioni nel 2010).
Reddito complessivo dichiarato
A livello nazionale il
reddito complessivo totale dichiarato è pari a 792 miliardi di euro mentre il
reddito medio è pari a 19.250 euro. Entrambi i valori sono in aumento rispetto
all'anno precedente (+1,2 per cento)[2].
L'analisi territoriale
mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia
(22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il
reddito medio più basso con 13.970 euro.
Nel 2010 si evidenzia, in
controtendenza rispetto al 2009, una crescita superiore del reddito complessivo
medio nelle regioni settentrionali rispetto al resto del Paese: gli incrementi
variano da un massimo dell'1,3 per cento al nord-ovest ad un minimo dello 0,6
per cento nelle isole.
La distribuzione per classi di reddito mostra che un terzo dei contribuenti (circa 14 milioni)
non supera un reddito complessivo lordo di 10.000 euro e circa la metà (49 per
cento, pari a 20,2 milioni) non supera i 15.000 euro. Il 30 per cento dei
contribuenti dichiara redditi compresi tra i 15.000 ed i 26.000 euro, il 20 per
cento dichiara redditi compresi tra i 26.000 ed i 100.000 euro. Solo l'un per
cento dei contribuenti dichiara redditi superiori ai 100.000 euro. Da
quest'anno viene pubblicata anche l'informazione relativa ai soggetti con
redditi dichiarati superiori ai 300.000 euro: si tratta di 30.590 soggetti,
pari allo 0,07 per cento del totale dei contribuenti, che rappresentano la
platea potenziale del contributo di solidarietà del 3 per cento che verrà
applicato negli anni d'imposta 2011-2013. La distribuzione per classi di reddito
è in linea con l'anno precedente.
Tipologie di redditi dichiarate
Dall'analisi per tipologia
di reddito, emerge che i lavoratori autonomi hanno il reddito medio più
elevato, pari a 41.320 euro[3],
mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.170 euro[4].
Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 19.810, quello
dei pensionati pari a 14.980 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione
è stato pari a 16.500 euro.
Il reddito medio
d'impresa, ricalcolato tenendo conto delle sole imprese che operano per tutti i
365 giorni dell'anno ed al lordo delle quote attribuite ai familiari
collaboratori, sale a 22.080 euro.
Il confronto con l'anno
d'imposta 2009 mostra una crescita dei redditi medi d'impresa (+3,8 per cento)
da lavoro autonomo (+3,6 per cento) da partecipazione (+2,1 per cento) da pensione
(+2,6 per cento) in misura maggiore del reddito medio complessivo (+1,2 per
cento), mentre il reddito medio da lavoro dipendente cresce solo dello 0,1 per
cento.
Rispetto al reddito da
lavoro dipendente si segnala il notevole incremento delle somme erogate per
incrementi di produttività, soggette a tassazione sostitutiva dell'Irpef con
aliquota agevolata pari al 10 per cento[5],
che raggiungono nel 2010 il valore di circa 10 miliardi di euro. Hanno
usufruito di tale agevolazione circa 6 milioni di dipendenti, con un importo
imponibile medio di 1.700 euro. Tenendo conto di tali somme si ottiene un
reddito medio da lavoro dipendente di 20.300 euro, con un incremento del 2,3
per cento rispetto al dato omogeneo del 2009.
Relativamente al reddito
d'impresa, l'analisi per settori economici consente di cogliere l'entità della
ripresa economica, con un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente.
In particolare il settore
manifatturiero, il cui reddito nel 2009 aveva segnato una contrazione del 20
per cento, nel 2010 registra un incremento di circa il 4 per cento, mentre il
settore finanziario-assicurativo cresce del 10 per cento (a fronte di un -7 per
cento nel 2009). Più modesto risulta invece il recupero nel settore del
commercio (+0,5 per cento nel 2010 a fronte di -7 per cento nel 2009).
Oneri deducibili, detrazioni ed oneri detraibili
Ai fini della
determinazione della base imponibile il reddito complessivo viene ridotto degli
oneri deducibili e, una volta ottenuta l'imposta, essa viene ridotta dalle
detrazioni. I dati 2010 relativi agli oneri deducibili (circa 22 miliardi di
euro) evidenziano un complessivo incremento (+0,9 per cento) rispetto al 2009,
gli incrementi percentuali maggiori riguardano i contributi per servizi
domestici e familiari (+31,5 cento) ed i versamenti per la previdenza
complementare (+16,7 per cento).
Le detrazioni per lavoro
dipendente e pensioni ammontano nel 2010 a 41,9 miliardi di euro, mentre quelle
per carichi di famiglia ammontano a 11,4 miliardi.
Riguardo agli oneri
detraibili al 19 per cento (circa 28 miliardi di euro), si constata una
contrazione complessiva dello 0,6 per cento, determinata principalmente dalla
riduzione degli interessi passivi relativi a mutui (in particolare si assiste
ad un calo del 28 per cento degli oneri relativi ai mutui per recupero
edilizio). Circa 15 milioni di contribuenti dichiarano oneri detraibili per
spese sanitarie, per un totale di 13,6 miliardi di euro; i due terzi
dell'ammontare di tale agevolazione sono concentrati nei contribuenti con un
reddito complessivo superiore a 20.000 euro. E' interessante anche notare
l'aumento del numero dei contribuenti (+18 mila circa) che ha sostenuto spese
per addetti all'assistenza personale (badanti), con un incremento del 21,8%
dell'ammontare totale di tali spese e la circostanza che quasi un milione di
contribuenti (915 mila) ha effettuato nel 2010 erogazioni liberali a favore
delle ONLUS. Si segnala, infine, il forte aumento delle spese per la
riqualificazione energetica detraibili al 55 per cento (+23 per cento) e delle
spese per il recupero edilizio detraibili al 36 per cento (+12 per cento).
Imposta netta
L'imposta netta IRPEF ha
un valore medio di 4.840 euro (+2,5 per cento rispetto ai 4.720 euro del 2009)
ed è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti (il 74 per cento del totale
contribuenti). In linea con l'anno d'imposta 2009, circa 10,7 milioni di
soggetti hanno imposta netta pari a zero, si tratta prevalentemente di
contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero
di contribuenti la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni
riconosciute dal nostro ordinamento.
L'imposta netta totale
dichiarata, pari a 149,4 miliardi di euro, è in crescita del 2 per cento
rispetto all'anno precedente. I contribuenti con redditi fino a 35.000 euro (86
per cento del totale contribuenti con imposta netta) dichiarano il 47 per cento
dell'imposta netta totale, mentre il restante 53 per cento dell'imposta netta
totale è dichiarata dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (14
per cento del totale dei contribuenti). I soggetti con un reddito complessivo
maggiore di 300.000 euro dichiarano il 4,7 per cento dell'imposta totale. Tale
andamento è in linea con quello del 2009.
L'addizionale regionale
all'Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7 per cento
rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre
quella comunale ammonta a circa 3 miliardi di euro (+0,4 per cento) con un
importo medio pari a 120 euro. L'addizionale regionale media più alta si
registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), in relazione
agli automatismi fiscali previsti in caso di deficit sanitario, mentre
l'addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro)
Tutte le statistiche e le
analisi dei dati sono disponibili, anche in serie storica, attraverso un
sistema di navigazione dinamica dei dati, sul sito internet del Dipartimento
delle Finanze (Collegamento a sito esterno www.finanze.gov.it) sotto la voce "dati e statistiche
fiscali".
[1] Nel 2009 si era registrato un forte calo dei
contribuenti che dichiaravano un reddito da lavoro dipendente (-273 mila).
[2] Si precisa
che non rientrano nel reddito complessivo le somme erogate a lavoratori
dipendenti per incrementi di produttività, poiché soggette ad imposizione
sostitutiva. Tali somme hanno registrato un notevole incremento nel 2010, come
evidenziato in seguito.
[3] Il reddito
medio di imprenditori e lavoratori autonomi è calcolato con riferimento ai soli
contribuenti che non dichiarano perdite.
[4] Nello
specifico il reddito medio è pari a 27.330 euro per le imprese in contabilità
ordinaria e pari a 16.830 euro per le imprese in contabilità semplificata.
[5] Erogati ai
lavoratori dipendenti del settore privato, con un reddito da lavoro dipendente
inferiore ai 35.000 euro annui
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Roma, 30 marzo 2012
http://www.tesoro.it/ufficio-stampa/comunicati/?idc=29397
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IL
DOSSIER
Seicentomila ricchi tra
fondi, barche e Suv, ma per il fisco sono venti
volte di meno
Le
supercar sono quasi 600 mila, gli yacht 100mila e 500 gli elicotteri di
proprietà di privati cittadini. Il 10% più benestante della popolazione
possiede il 44% della ricchezza nazionale. Eppure molti di loro dichiarano
poco, pochissimo
di
VALENTINA CONTE
(31 marzo 2012)
http://www.repubblica.it/economia/2012/03/31/news/ricchi_nascosti-32497942/
LE PROPOSTE DEL PD/9/FISCO
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2725074
N.B.: Nella discussione,
sono riportati link utili sul tema.
Sfoglia
marzo
maggio