Lettera-commento all’editoriale di Ezio Mauro
Egr. Direttore Mauro,
E’ davvero bello il Suo editoriale di oggi (http://www.repubblica.it/politica/2012/11/16/news/deficit_liberta-46755189/), condivisibile sia nella sua interezza (esaustiva, definizione abusata ma in questo caso meritata), sia parola per parola. Mi permetto però, in qualità di lettore di “Repubblica” dalla sua nascita, di suggerirLe di raccomandarne la lettura al fondatore Eugenio Scalfari, il quale 2 anni fa, dopo il varo, da parte del governo Berlusconi-Tremonti, della prima manovra correttiva dopo la crisi del debito pubblico greco (DL 78 del 31/5/2010 convertito dalla legge 122/2010), di 24,9 mld, scandalosamente iniqua, implorava provocatoriamente il ministro Tremonti di far pagare anche a lui; e scriveva articoli come questo: http://www.repubblica.it/politica/2010/06/20/news/scalfari_pomigliano-4991542/index.html, in cui affermava: “Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha. Lo spostamento può avvenire in vari modi, manovrando soprattutto il fisco (ma non soltanto); sgravando il peso fiscale sui redditi di lavoro dipendente e sulle famiglie e finanziando la redistribuzione con maggior carico tributario sulle rendite, sui patrimoni e sui consumi opulenti”.
Poi, invece, negli ultimi tempi, sarà per l’età, è diventato un po’ troppo conservatore e critica volentieri e la “rottamazione” renziana (io sono bersaniano, ma il tappo gerontocratico è quello che blocca tutto da decenni) e l’imposta patrimoniale.
Finora, l’ammontare complessivo cumulato delle manovre correttive da inizio legislatura ha superato i 330 mld, addossati in gran parte sul ceto medio-basso e perfino sui poveri (taglio della spesa sociale), cfr. “Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html .
Le misure anti-crisi, tranne recentemente la TTF, sono ancora tutte da varare:
Ecco il “Promemoria delle misure anti-crisi” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761788.html.
Come scrivevo ieri, in calce all’editoriale di Menichini su “Europa”, Il ceto medio e basso ed i poveri (centinaia di milioni di cittadini italiani ed europei) non hanno più un Euro, altro che “cambio di clima”; ora i politici devono far pagare ai ricchi, che con la crisi si sono arricchiti sempre più. Questo e non altro vogliono dire le manifestazioni di ieri in tutta Europa. Detto pacatamente: “Ce n'est qu'un début” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761645.html.
Cordialmente,
IL FESTIVAL DELLA LOGICA STORTIGNACCOLA DI UN PAESE INIQUO
In un Paese stortignaccolo e
profondamente iniquo come il nostro, succede che su “Repubblica” si possa
scrivere (v. “Napolitano, allarme su spread”)
C'è poi
lo spettro, ventilato dall'opposizione, della necessità di
una imposta sui grandi patrimoni.
Lo spettro?
1) Soltanto in Italia, a
differenza di tutti - proprio tutti! – gli altri Paesi europei, le varie leggi
finanziarie e le manovre correttive, varate dopo la crisi della Grecia, sono
state scandalosamente scaricate quasi interamente sul ceto medio-basso e sui
poveri, salvaguardando i ricchi ed i ricchissimi.
2) Quando è stato proposto di
ritassare i capitali “scudati”, il ministro Tremonti e schiere di utili idioti
hanno opposto che non si poteva farlo perché si sarebbe violato il rapporto
fiduciario tra lo Stato ed i cittadini, dimenticandosi, il primo, di averlo già
più volte violato, ed, i secondi, di essere stati zitti, quando, ad esempio, si
sono più volte cambiate in corsa le norme sulla previdenza, arrecando danni
anche di decine di migliaia di € (come sta succedendo al sottoscritto
quest’anno).
3) Quando è stato introdotto il
sacrosanto contributo di solidarietà sui redditi privati maggiori di 90 mila €,
rimasti finora del tutto indenni, c’è stata (forse perché colpiva anche loro?)
una vera e propria canea contro, montata ad arte dai direttori ed editorialisti
di giornale, soprattutto di destra, ma anche da qualcuno di sinistra.
4) Quando è stata avanzata
(per primo dall’editore di “Repubblica”, Carlo De Benedetti, e poi via via da Giuliano
Amato, Pellegrino Capaldo, Walter Veltroni, la CGIL, Eugenio Scalfari, Innocenzo
Cipolletta, L. C. di Montezemolo, cfr. il mio dossier http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html
) – come in Francia, Svizzera, ecc. - una sacrosanta ed indispensabile imposta
patrimoniale sui grandi patrimoni (maggiori, nell’ipotesi minima della CGIL, di
800 mila € netti, ma di solito oltre), si è alimentata (in particolare ad opera
di “Libero” ed “Il Giornale”, ma anche di tanti altri utili idioti) una
campagna terroristica basata su fandonie sesquipedali, ad esempio (l’ho letto
io) che ne sarebbe stata colpita la vecchietta proprietaria di un piccolo
appartamento!
5) Quando (per citare un
obiettivo molto più modesto, ma simbolico) “Report” ha lanciato una campagna
per la cancellazione dello scandaloso doppio, lauto stipendio ai magistrati
fuori ruolo, né Tremonti (cui toccherebbe provvedere), né il presidente Napolitano
(il cui consigliere giuridico è appunto uno di questi), né nessun direttore di
giornale o editorialista, forse memori dei loro privilegi e sempre
entusiasticamente a favore quando si tratta di chiedere o appoggiare l’ennesima
riforma pensionistica, ha speso una sola parola a sostegno!
Quale festival è più
scandaloso: quello cinematografico di Venezia o questo della politica e
dell’informazione?
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