Il principale problema ‘sottostante’ per il governo dell’Italia e per il PD
11 ottobre 2012 Renzi sfida noi cattodem Pierluigi Castagnetti http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/137704/renzi_sfida_noi_cattodem
“la fatica di conciliare le due appartenenze, al popolo di Dio e al popolo di Cesare, non può che continuare a tormentare tutti i giorni”.
La lingua batte dove il dente duole, che equivale sempre ad una ammissione di colpa. Questo, evidenziato dall’intelligente Pierluigi Castagnetti, è forse il problema “sottostante” principale, sia per il governo dell’Italia, sia per l’amalgama del PD (perciò mi ci sono dedicato da un po’ con ‘post’ e commenti [1]). Infatti, è già un problema, per il PD, l’incapacità dei cattolici di conciliare Dio e Cesare; ancora di più – e francamente insopportabile – è l’incapacità di conciliare il Vaticano (fatto di preti anch’essi fallaci, escluso ovviamente il… papa quando parla ex cathedra… [2]) e Cesare.
Il problema causato da tutti i "montiani" del PD è dovuto proprio all'inclinazione dei cattolici alla slealtà (che si somma a quella generale nazionale), corollario della predetta incapacità (per questo non credo sia vero quel che afferma Pierluigi Castagnetti che hanno sempre “saputo darsi e realizzare un’idea di stato democratico e una prospettiva di sovranità sovranazionale”).
Mi chiedo francamente, poi, dov’è tutta questa “cultura solidarista del '900” (cfr. commento di @karlo), nella posizione dei “montiani” del PD (v. ad esempio l’articolo di Giorgio Tonini). [1]
Questa stessa confusione tra Dio e Cesare porta ad affermare (v. uno dei commenti sopra) il principio cucciano (da Enrico Cuccia) che i voti si pesano, non si contano. Quanto poi questo si concili con la democrazia e persino col buonsenso (le sciocchezze, come si vede, le possono dire e fare sia i credenti che i non credenti) è (quasi) superfluo rimarcarlo.
[1] “La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà dei democratici ‘montiani’”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2756061.html
“La sconcertante scoperta della scarsa empatia dei cattolici del PD” […]“Perché lo fanno, quelli della destra del PD (nonché "Europa")? Me lo sono chiesto anch'io e intanto li sto "bastonando" adeguatamente: 1) Perché i cattolici italiani, storicamente, essendo filo-Vaticano, sono inclini psicologicamente al tradimento (e sono rimasti i soli con questa inclinazione, dopo la scomparsa dei... comunisti e dell'impero del male). 2) Perché sono inclini a fare - spesso inconsapevolmente e nonostante la fede asserita nella terza virtù teologale, la carità, o chissà forse proprio per questo - gli utili idioti dei ricchi egoisti, avidi, spietati e affamatori”. http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2756664.html
Articoli collegati:
In effetti le spese di rappresentanza, secondo la Corte dei Conti, [*] sono pari a 600 mila €. Chi ne sa di più?
sabato 18 agosto 2012 Renzi butta 20 milioni di soldi pubblici tra cene, viaggi e bar. Ecco le 250 fatture http://www.nocensura.com/2012/08/renzi-butta-20-milioni-di-soldi.html
[*] Presidente della provincia di Firenze (Wikipedia) Tra il 2004 eil 2009 è presidente della Provincia di Firenze: alle elezioni del 12 e 13 giugno 2004 ottiene il 58,8% dei voti in rappresentanza di una coalizione di centro-sinistra. In linea con il suo messaggio di lotta alla cosiddetta casta politica e agli sprechi, sostiene di avere, durante il suo mandato, diminuito le tasse provinciali, diminuito il numero del personale e dimezzato i dirigenti dell'ente fiorentino.[6] Tuttavia nel 2012 la Corte dei Conti ha aperto un'indagine sulle spese di rappresentanza effettuate dalla Provincia durante il mandato di Renzi, che ammontano a circa 600 mila euro.[7] http://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Renzi
LETTERA AL DIRETTORE FERRUCCIO DE BORTOLI
Egr. Direttore De Bortoli,
Lei, anche stasera [8-11] a “Ballarò”, ed il “Corriere” e persino giornali supposti di sinistra non fate altro che parlare di necessità di riformare le pensioni, mentre, come Lei sa bene, finora i ricchi l’hanno fatta quasi franca, e i giornalisti, capitanati da direttori ed editorialisti di giornale di destra, Belpietro, Sechi, Bechis, Porro, ecc., cui si sono aggregati anche alcuni di sinistra, come Mineo e Menichini, hanno montato una vera e propria canea contro il contributo di solidarietà, che li colpiva direttamente.
E’ superfluo notare che troppo spesso, in un Paese stortignaccolo come il nostro, si appronta un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti meno abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che riguarda i più abbienti.
E’ perciò colpevole, Dott. De Bortoli, contribuire ad alimentare la solita disinformazione ed ammuina da “utili idioti” dei ricchi.
In conclusione, concretamente, al sottoscritto le manovre correttive per il risanamento dei conti pubblici (non dell’INPS, i cui conti sono in attivo ed in equilibrio fino al 2050) stanno comportando quest’anno un mancato introito pensionistico di 20 mila €; ai ricchi, ai loro utili idioti ed a voi giornalisti che chiedete le riforme per gli altri ad ogni piè sospinto, quanto?
Mi permetto di inviarLe questo appunto esplicativo.
Cordialmente,
APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
Com’è noto, l’ammontare elevatissimo del debito pubblico e la stentata crescita, in un contesto di grave crisi economica che ha investito, a partire dal 2008, tutti i Paesi occidentali, hanno reso necessario il varo di una serie di manovre correttive severe, che hanno sempre interessato, ogni volta, anche la previdenza e l’assistenza. Ma non è finita. Si preannunciano, per reperire risorse, ulteriori interventi sulle pensioni, sollecitati dagli organismi europei. Provo allora a fare il punto.
Vorrei osservare che: a) si sbaglia, almeno per indeterminatezza, non distinguendo opportunamente tra le due tipologie di pensione: vecchiaia e anzianità; b) il sistema pensionistico italiano, dopo le 7 più o meno importanti riforme varate dal 1992 [1], è per il 3° anno inattivo [2] (nonostante la crisi occupazionale) ed in equilibrio fino al 2050 [3] (l’UE lo sa molto bene, ed anche la BCE, che ha menzionato nella famosa lettera soltanto quelle d’anzianità [4]); c) per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, infatti, è in linea addirittura col “benchmark” europeo [5], poiché è già ora a 66 anni (per effetto dell’eufemistica “finestra” di 12 mesi), dal 2013 a 66 anni e 3 mesi, per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita; per crescere fino a 67 nel 2021 ed oltre 68 nel 2032 [6]; d) è vero, invece, che non sono state riformate ulteriormente le pensioni di anzianità anticipate (età + anzianità di lavoro), disallineate rispetto alla media Ocse [7]; ma quelle ordinarie sono già a 41 anni e saliranno anch’esse gradualmente in base all’aspettativa di vita.
E’ opportuno puntualizzare, inoltre, che il problema del sistema previdenziale non è soltanto l’età pensionabile di anzianità o non è soltanto il c.d. “tasso di sostituzione”, ma anche l’assenza di un limite agli importi pensionistici. Dai dati dell’osservatorio statistico sulle pensioni dell’Inps, emerge che al 2009 il 2,21 per cento delle pensioni vigenti è di importo superiore ai 2.500 euro mensili, che incidono per più del 10,6 per cento della spesa complessiva [8] (tra queste quelle dei dirigenti, la cui gestione è dovuta confluire nell’Inps perché andata in difficoltà per troppa generosità [9]).
E tutto questo mentre, dai dati Istat sul rapporto annuale dell’Inps diffuso a maggio scorso, emerge che il 70,5 per cento dei trattamenti pensionistici erogati non supera i mille € al mese e che il 39,1 per cento delle pensioni è inferiore a 500 € al mese [10].
In ogni caso, per restare allineati alla media Ocse della spesa sociale complessiva, i risparmi rivenienti dall’aumento dell’età pensionabile di anzianità (da attuare attraverso il meccanismo di incentivi/disincentivi previsto dalla riforma Dini) dovranno rimanere nel capitolo previdenza (e assistenza), ad esempio finanziando il reddito minimo garantito universale (l’Italia è l’unico paese,oltre alla Grecia, che non lo prevede), oppure per adeguare il ‘tasso di sostituzione’ pensionistico per i lavoratori precari.
Dopo aver addossato l’onere del risanamento (140 mld nell’ultimo anno e mezzo soltanto come manovre correttive, escludendo quindi le leggi di stabilità, ex finanziaria) in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri, le risorse indispensabili alla crescita vanno prese da quelli che i soldi ce li hanno: il 10% di Italiani che detiene il 45% della ricchezza nazionale [11].
Le misure ormai sono condivise dalla stragrande maggioranza degli Italiani (tranne Silvio B. e Giulio T. ed i loro utili idioti).
In attesa degli eurobond [12] (non a caso caldeggiati anche da Tremonti) e della TTF [13], occorre, in particolare:
a) reintrodurre, come ha suggerito anche la Banca d’Italia recentemente [14], l’ICI sulla prima casa dei più abbienti, abolita dal governo Berlusconi (2,5 mld circa), lasciando le franchigie decise dal 2° governo Prodi [15].
b) introdurre, come hanno suggerito, da ultimo, anche le associazioni imprenditoriali, un’imposta patrimonialeordinaria ad aliquota bassa sulla ricchezza netta al di sopra di una certa soglia, cioè prevedendo una franchigia di almeno 800 mila € [16];
c) ritassare, come suggerito da Pierluigi Bersani, i capitali scudati;
d) eliminare lo scandaloso doppio stipendio ai magistrati fuori ruolo.
La concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze sono scandalose e crescenti; basta leggere le statistiche (dell’ONU, dell’OCSE, della Banca d’Italia, non di “Liberazione” [11]), per rendersene conto. O il documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito il 24-10 scorso [17]. O basta analizzare sulle spalle di chi, ripeto, sta gravando e graverà l’onere dei 140 miliardi di € (pari a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive varate dall’attuale governo nell’ultimo anno e mezzo. Anche… Catalano direbbe che è più equo se la crisi la pagano anche i ricchi (soprattutto quelli che l'hanno provocata), non solo i meno abbienti ed i poveri.
[1] Riforme delle Pensioni:Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011.
[2] Il Sole 24 Ore Radiocor - Roma, 28 lug
“Inps: Civ approva consuntivo 2010, avanzo finanziario cala a 1,66 mld”
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-961509/inps-civ-approva-consuntivo-2010/
[3] Programma Nazionale di Riforma
Bozza* – novembre 2010
http://europa.dol.it/allegatidef/piano%20Tremonti122384.pdf
N.B.: nella proiezione ivi contenuta, non sono comprese le misure 2011 sulle pensioni.
[4] Lettera BCE
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
[5] Joint Report of Pensions 2010 della Commissione europea - News
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=958&furtherNews
N.B.: I dati sono sintetizzati in questo articolo:
http://www.businesspeople.it/Societa/Attualita/Pensioni-cosa-ci-differenzia-dall-Europa_25723
[6] La Normativa in Materia di Pensioni Pubbliche dopo le Manovre Economiche del 2011
http://www.flcgil.it/sindacato/documenti/approfondimenti/scheda-flc-cgil-la-normativa-sulle-pensioni-pubbliche-dopo-le-manovre-economiche-del-2011.flc
[7] Punti salienti OCSE "Pensions at a Glance 2011"
http://www.oecd.org/dataoecd/16/60/47368940.pdf
Sintesi in italiano
http://www.oecdbookshop.org/oecd/get-it.asp?REF=8111016e5.pdf&TYPE=browse
[8] “L’austerità vista da sinistra”
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002251.html
[9] “L’avventurosa storia dell’istituto di previdenza dei dirigenti industriali”
http://www.manageritalia.it/content/download/Informazione/Giornale/Dicembre2002/pag28.pdf
[10] Dati ISTAT sulla base del Rapporto INPS (v. Fig. 7)
http://www.istat.it/it/files/2011/06/testointegrale20110621.pdf?title=Trattamenti+pensionistici+e+beneficiari+-+21%2Fgiu%2F2011+-+Testo+integrale.pdf
Il rapporto INPS 2010
http://www.pmi.it/file/whitepaper/000560.pdf
[11] Distribuzione della ricchezza
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2563890.html
[12] “EuroUnionBond per la nuova Europa”
di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-08-22/eurounionbond-nuova-europa-201300.shtml
[13] “Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 marzo 2011 su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo”
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0080+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT
[14] “E Bankitalia rilancia l'Ici. Ripristinarla sulla prima casa ma tagliando le tasse sul lavoro”
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/10/14/bankitalia-rilancia-ici-ripristinarla-sulla.html
[15] “Abolizione dell’ICI”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html)
[16] Dossier “Imposta patrimoniale”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html)
[17] “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”
http://www.pcgp.it/dati/2011-10/24-999999/RIFORMA-MONETARIA-italiano.pdf
P.S.: Per reperire i vari link attivi, do il link al mio 'post'
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2695770.html
APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
Com’è noto, l’ammontareelevatissimo del debito pubblico e la stentata crescita, in un contesto di gravecrisi economica che ha investito, a partire dal 2008, tutti i Paesi occidentali,hanno reso necessario il varo di una serie di manovre correttive severe, che hannosempre interessato, ogni volta, anche la previdenza e l’assistenza. Ma non èfinita. Si preannunciano, per reperire risorse, ulteriori interventi sullepensioni, sollecitati dagli organismi europei. Provo allora a fare il punto.
Vorreiosservare che: a) si sbaglia, almeno per indeterminatezza, non distinguendoopportunamente tra le due tipologie di pensione: vecchiaia e anzianità; b) ilsistema pensionistico italiano, dopo le 7 più o meno importanti riforme varatedal 1992 [1], è per il 3° anno inattivo [2] (nonostante la crisioccupazionale) ed in equilibrio fino al 2050 [3] (l’UE lo sa molto bene, ed anche la BCE, che ha menzionatonella famosa lettera soltanto quelle d’anzianità [4]); c) per quantoriguarda le pensioni di vecchiaia, infatti, è in linea addirittura col“benchmark” europeo [5], poiché ègià ora a 66 anni (per effetto dell’eufemistica “finestra” di 12 mesi), dal2013 a 66 anni e 3 mesi, per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita;per crescere fino a 67 nel 2021 ed oltre 68 nel 2032 [6]; d) è vero, invece,che non sono state riformate ulteriormente le pensioni di anzianità anticipate(età + anzianità di lavoro), disallineate rispetto alla media Ocse [7]; ma quelle ordinarie sono già a 41anni e saliranno anch’esse gradualmente in base all’aspettativa di vita.
E’ opportunopuntualizzare, inoltre, che il problema del sistema previdenziale non èsoltanto l’età pensionabile di anzianità o non è soltanto il c.d. “tasso disostituzione”, ma anche l’assenza di un limite agli importi pensionistici. Daidati dell’osservatorio statistico sulle pensioni dell’Inps, emerge che al 2009il 2,21 per cento delle pensioni vigenti è di importo superiore ai 2.500 euromensili, che incidono per più del 10,6 per cento della spesa complessiva [8] (tra queste quelle dei dirigenti,la cui gestione è dovuta confluire nell’Inps perché andata in difficoltà pertroppa generosità [9]).
E tutto questomentre, dai dati Istat sul rapporto annuale dell’Inps diffuso a maggio scorso,emerge che il 70,5 per cento dei trattamenti pensionistici erogati non supera imille € al mese e che il 39,1 per cento delle pensioni è inferiore a 500 € almese [10].
In ogni caso,per restare allineati alla media Ocse della spesa sociale complessiva, irisparmi rivenienti dall’aumento dell’età pensionabile di anzianità (da attuaremediante il meccanismo di incentivi/disincentivi previsto dalla riforma Dini)dovrannorimanere nel capitolo previdenza (e assistenza), ad esempio finanziando ilreddito minimo garantito universale (l’Italia è l’unico paese, oltre allaGrecia, che non lo prevede), oppure per adeguare il ‘tasso di sostituzione’pensionistico per i lavoratori precari.
Dopo aver addossatol’onere del risanamento (140 mld nell’ultimo anno e mezzo soltanto come manovrecorrettive, escludendo quindi le leggi di stabilità, ex finanziaria) in granparte sul ceto medio-basso e sui poveri, lerisorse indispensabili alla crescita vanno prese da quelli che i soldi ce lihanno: il 10% di Italiani che detiene il 45% della ricchezza nazionale [11].
Le misure ormai sonocondivise dalla stragrande maggioranza degli Italiani (tranne Silvio B. eGiulio T. ed i loro utili idioti).
In attesa degli eurobond [12] (non acaso caldeggiati anche da Tremonti) e della TTF [13], occorre, in particolare:
a) reintrodurre, come ha suggerito anche la Banca d’Italiarecentemente [14], l’ICI sulla prima casa dei più abbienti,abolita dal governo Berlusconi (2,5 mld circa), lasciando le franchigie decisedal 2° governo Prodi [15].
b) introdurre, come hanno suggerito, da ultimo, anche le associazioniimprenditoriali, un’imposta patrimonialeordinaria ad aliquota bassa sulla ricchezza netta al di sopra di una certasoglia, cioè prevedendo una franchigia di almeno 800 mila € [16];
c) ritassare, come suggerito da Pierluigi Bersani, i capitali scudati;
d) eliminare lo scandaloso doppiostipendio ai magistrati fuori ruolo.
La concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze sono scandalosee crescenti; basta leggere le statistiche (dell’ONU, dell’OCSE, della Bancad’Italia, non di Liberazione [11]), per rendersene conto. O ildocumento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito il24-10 scorso [17]. O bastaanalizzare sulle spalle di chi, ripeto, sta gravando e graverà l’onere dei 140miliardi di € (pari a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive varatedall’attuale governo nell’ultimo anno e mezzo. Anche… Catalano direbbe che èpiù equo se la crisi la pagano anchei ricchi (soprattutto quelli che l'hanno provocata), non solo i meno abbientied i poveri.
[1] Riforme delle Pensioni: Amato, 1992; Dini, 1995;Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi,2010; Berlusconi/Sacconi, 2011.
[2] Il Sole 24 Ore Radiocor - Roma, 28 lug
“Inps: Civ approva consuntivo2010, avanzo finanziario cala a 1,66 mld”
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-961509/inps-civ-approva-consuntivo-2010/
“Pensioni.Perché è giusto indignarsi”
diFelice Roberto Pizzuti
Il sistema previdenziale è strutturalmente inequilibrio. Il saldo tra le entrate e le prestazioni pensionistiche al nettodelle ritenute fiscali è attivo per un ammontare di 27,6 miliardi
http://www.sinistrainrete.info/component/content/article/73-spesa-pubblica/1665-felice-roberto-pizzuti-pensioni-perche-e-giusto-indignarsi.html
[3] Programma Nazionale diRiforma
Bozza* – novembre 2010
http://europa.dol.it/allegatidef/piano%20Tremonti122384.pdf
N.B.: nella proiezione ivicontenuta, non sono comprese le misure 2011 sulle pensioni.
[4] Lettera BCE
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
[5] Joint Report of Pensions2010 della Commissione europea - News
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=958&furtherNews
N.B.: I dati sono sintetizzatiin questo articolo:
http://www.businesspeople.it/Societa/Attualita/Pensioni-cosa-ci-differenzia-dall-Europa_25723
[6] La Normativa in Materia diPensioni Pubbliche dopo le Manovre Economiche del 2011
http://www.flcgil.it/sindacato/documenti/approfondimenti/scheda-flc-cgil-la-normativa-sulle-pensioni-pubbliche-dopo-le-manovre-economiche-del-2011.flc
[7] Punti salienti OCSE"Pensions at a Glance 2011"
http://www.oecd.org/dataoecd/16/60/47368940.pdf
Sintesi in italiano
http://www.oecdbookshop.org/oecd/get-it.asp?REF=8111016e5.pdf&TYPE=browse
[8] “L’austeritàvista da sinistra”
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002251.html
[9] “L’avventurosastoria dell’istituto di previdenza dei dirigenti industriali”
http://www.manageritalia.it/content/download/Informazione/Giornale/Dicembre2002/pag28.pdf
[10] Dati ISTAT sulla base del Rapporto INPS (v. Fig. 7)
http://www.istat.it/it/files/2011/06/testointegrale20110621.pdf?title=Trattamenti+pensionistici+e+beneficiari+-+21%2Fgiu%2F2011+-+Testo+integrale.pdf
Il rapporto INPS 2010
http://www.pmi.it/file/whitepaper/000560.pdf
[11] Distribuzione della ricchezza
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2563890.html
[12] “EuroUnionBond per la nuova Europa”
di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-08-22/eurounionbond-nuova-europa-201300.shtml
[13] “Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 marzo 2011 suun finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo”
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0080+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT
[14] “E Bankitalia rilancia l'Ici. Ripristinarla sulla prima casa ma tagliandole tasse sul lavoro”
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/10/14/bankitalia-rilancia-ici-ripristinarla-sulla.html
[15] “Abolizione dell’ICI”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html)
[16] Dossier “Imposta patrimoniale”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html)
[17] “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionalenella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”
LETTERA ALL'ON. PIERFERDINANDO CASINI
Egr. Sig. Presidente Casini,
Lei, in questi ultimi giorni,
come misura strutturale per finanziare la crescita, ha affermato che l’UDC
appoggerebbe la riforma delle pensioni. Senza menzionare altro.
Mi permetto di osservare
(premettendo che io sono già in pensione, ma la stessa mi verrà erogata dopo 12
mesi, con un mancato introito quest'anno di quasi 20 mila €):
1) Spesa pensionistica.
E’ vero che la spesa sociale
italiana è in linea con quella media OCSE, ma non la voce pensioni, né l’età di
pensionamento. Quindi ci sono margini d’intervento, che andrebbero però
definiti sulla base di incentivi-disincentivi decisi con la riforma Dini del
1995, che è una delle 7 (sette) riforme delle pensioni varate a partire dal
1992,
che
hanno messo in equilibrio il sistema pensionistico italiano fino al 2050, per
cui esso è ora tra i più solidi e severi (e l’UE lo sa molto bene!). Dopo le
manovre economiche del 2011, nel 2026 gli uomini riscuoteranno la pensione di
vecchiaia a 67 anni e 7 mesi, nel 2032 a 68 anni e 2 mesi. L’accordo
intervenuto uniformerà (sembra) il trattamento pensionistico per vecchiaia
delle donne del settore privato a quello degli uomini, e delle donne del
settore pubblico (come chiesto dalla BCE, vedi sotto).
E’ altresì vero, però, che il
problema del sistema previdenziale non è soltanto l’età pensionabile di
anzianità o non è soltanto il c.d. “tasso di sostituzione”, ma anche l’assenza
di un limite agli importi pensionistici. Dai dati dell’Osservatorio statistico
sulle pensioni dell’Inps emerge che al 2009 il 2,21 per cento delle pensioni
vigenti è di importo superiore ai 2.500 euro mensili, che incidono per più del
10,6 per cento della spesa complessiva (tra queste quelle dei dirigenti, la cui
gestione è dovuta confluire nell’INPS perché andata in difficoltà per troppa
generosità).
In ogni caso, per allinearci
alla media OCSE, i risparmi rivenienti dall’aumento dell’età pensionabile
dovranno rimanere nel capitolo previdenza (e assistenza), ad esempio
finanziando il REDDITO MINIMO GARANTITO UNIVERSALE (l’Italia è l’unico Paese,
oltre alla Grecia, che non lo prevede) oppure per adeguare il ‘tasso di
sostituzione’ per i lavoratori precari.
Della
famosa lettera della BCE, * scritta da Draghi e Trichet, resa pubblica dal
“Corriere”, riporto il passo relativo alle pensioni:
“È possibile intervenire ulteriormente
nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le
pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore
privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così
ottenendo dei risparmi già nel 2012”.
La lettera della BCE, però, va considerata integralmente, anche per quanto
riguarda il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, poiché - s'informi - ci
sono milioni di cittadini, parecchi di loro over 45, ed anche over 60, anche
con famiglia a carico, senza lavoro e completamente privi di tutele:
“c) Dovrebbe essere adottata una accurata
revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei
dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un
insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di
facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori
più competitivi”.
2) Imposta patrimoniale.
Non credo che l’UDC sia
composto solo da milionari, come Suo suocero. Ormai l’imposta patrimoniale,
sulla ricchezza netta oltre una certa soglia (almeno 800 mila €), è chiesta dal
70 per cento degli Italiani; e non è un tabù neppure per le associazioni
imprenditoriali, ed è positivo che esse abbiano aperto alla sua introduzione,
anche se, se si guardano i numeri delle loro proposte, si vede che:
http://www.confindustria.it/Conf2004/DbDoc2004.nsf/0/b4cb2e9b9b84e42cc125791e004f26b4/$FILE/ProgettoImprese.pdf
a) le entrate da loro
previste per le pensioni vanno da 2,9 a 18 mld (“Si può stimare che le misure proposte - vedi box - determinino un
risparmio iniziale complessivo di circa 2,9 miliardi di euro nel 2013 e di
circa 18 miliardi di euro nel 2019. Tali stime si riferiscono al solo sistema
Inps”.).
b) Mentre dall’imposta
patrimoniale prevedono un introito di 6 mld, che a me appare decisamente
insufficiente, se si pensa che la sola abolizione dell’ICI sulla prima casa ha
comportato minori entrate per quasi 4 mld (cfr. “Abolizione ICI
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html ).
In altri studi e proposte
(cfr. Dossier Imposta patrimoniale
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html ),
si ipotizzano ed auspicano
introiti maggiori.
3) Doppio stipendio ai
magistrati fuori ruolo.
Il nostro Bel Paese è pieno
di ingiustizie e di privilegi. Tra questi ultimi spicca lo scandaloso doppio
stipendio dei quasi 250 magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro
incarico, che prendono non uno ma due lauti stipendi, per un costo complessivo
annuo di ben 20 milioni. Ad esempio, il presidente dell’Autorità Antitrust,
Antonio Catricalà, che prende il lautissimo stipendio di presidente pari a 500
mila € e quello di magistrato, di oltre 200 mila; o il consigliere giuridico
del presidente della Repubblica, Salvatore Sechi.
E tutto questo mentre, dai
dati ISTAT sul rapporto annuale dell'INPS diffuso a maggio scorso, emerge che
il 70,5 per cento dei trattamenti pensionistici erogati non supera i mille € al
mese e che il 39,1 per cento delle pensioni è inferiore a 500 € al mese.
Conclusione.
E’ necessario evitare, Egr.
Onorevole, che, come succede troppo spesso in un Paese stortignaccolo come il
nostro, si appronti un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti meno
abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che riguarda i
più abbienti.
E perciò è colpevole chiunque contribuisce ad alimentare la solita
ammuina da “utili idioti” dei ricchi. La concentrazione della ricchezza e le
disuguaglianze sono scandalose e crescenti; basta leggere le statistiche
(dell’ONU, dell’OCSE, della Banca d’Italia, non di “Liberazione” **) o il
documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito lunedì
scorso ***, dove nelle conclusioni si legge: “In tale contesto, per ogni cristiano c’è una speciale chiamata dello
Spirito ad impegnarsi con decisione e generosità, perché le molteplici
dinamiche in atto si volgano verso prospettive di fraternità e di bene comune.
Si aprono immensi cantieri di lavoro per lo sviluppo integrale dei popoli e di
ogni persona. Come affermano i Padri del Concilio Vaticano II, si tratta di una
missione al tempo stesso sociale e spirituale, che, « nella misura in cui può
contribuire a meglio ordinare l’umana società, è di grande importanza per il
regno di Dio »”, per rendersene conto. O
basta analizzare sulle spalle di chi sta gravando e graverà l’onere dei quasi
140 miliardi di € (pari a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive (escluse,
cioè, le leggi di stabilità) varate dall’attuale governo nell’ultimo anno e
mezzo. Anche… Catalano direbbe che è più equo se la crisi – e la crescita - la
pagano ANCHE i ricchi (soprattutto quelli che l'hanno provocata), non soltanto
i meno abbienti ed i poveri.
Cordialmente,
Data: 27/10/2011
20:20
[*]
Lettera BCE
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
[**] Ricchezza dei
ricchissimi.
Nel 2006, secondo il World Institute for Development
Economics Research of the United Nations, riportato dal "Guardian",
il 10% della popolazione adulta del mondo detiene l'85% della ricchezza
mondiale; la metà più povera della popolazione adulta se ne spartisce solo l'1
per cento
http://money.guardian.co.uk/news_/story/0,,1965033,00.html
Nel 2008 (dati Bankitalia), il 10% della popolazione
italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale.
http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat/suppl_08_10_corr.pdf
http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2010/suppl_67_10.pdf
Classifica 2009 dei ricchissimi
http://www.repubblica.it/persone/2010/03/11/news/forbes_ricchi-2588296
http://www.forbes.com/lists/2010/10/billionaires-2010_The-Worlds-Billionaires_Rank.html
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2553957
Disuguaglianze sociali
“Dal rapporto Growing Unequal dell’Ocse emerge che tra i 30
paesi Ocse oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Non è
solo colpa della crisi, anche se la crisi certo ha accentuato questa tendenza:
redditi da lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a
partire dalla metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei
paesi Ocse, dove l’aumento medio é stato del 12%”.
http://amato.blogautore.repubblica.it/2010/11/19/la-crisi-non-e-uguale-per-tutti/
http://www.oecd.org/dataoecd/44/45/41524655.pdf
[***] “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale
nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”
http://www.justpax.it/pls/pcgp/ext_pcgp_new.h_select_attivita?dicastero=2&tema=60&argomento=0&sottoargomento=0&lingua=3&Classe=1&operazione=ges_doc&rif=256&rif1=256lunedi&inevi=2#
LETTERA AL DIRETTORE DI "REPUBBLICA" EZIO MAURO
Lettera dell’Italia alla UE.
http://www.corriere.it/economia/11_ottobre_26/lettera-italia-ue_07594f00-fffa-11e0-9c44-5417ae399559.shtml
Egr.
Direttore Mauro,
Anche questa volta i ricchi la
fanno franca, e Repubblica (di cui
sono lettore dal gennaio 1976) ed altri giornali supposti di sinistra non fate
altro che parlare di riforma delle pensioni.
Intanto, non mi sembra che,
come ha scritto Marco Ruffolo, ci sia un arretramento in tema di pensioni di
vecchiaia, poiché (cfr. tabella nel “report” della CGIL allegato) si conferma
al 2013 l’inizio dell’adeguamento all’aspettativa di vita.
Inoltre, è vero che le
pensioni di anzianità non sono state toccate, pur essendo il peso della spesa
pensionistica sul PIL sopra la media OCSE (cfr. Punti salienti OCSE
"Pensions at a Glance 2011"
http://www.oecd.org/dataoecd/16/60/47368940.pdf
Sintesi in italiano
http://www.oecdbookshop.org/oecd/get-it.asp?REF=8111016e5.pdf&TYPE=browse
).
ma i risparmi rivenienti
dalla loro riforma devono rimanere nel capitolo “previdenza ed assistenza”,
poiché la spesa sociale complessiva italiana è in linea con la media OCSE.
Dal 1992, sono state varate 7 più o meno importanti riforme delle
pensioni, che hanno messo in equilibrio il sistema pensionistico italiano
fino al 2050, per cui esso è ora tra i più solidi, (e la UE lo sa molto bene!).
Dopo le manovre economiche del 2011, nel 2026 gli uomini riscuoteranno la
pensione di vecchiaia a 67 anni e 7 mesi, nel 2032 a 68 anni e 2 mesi (cfr.
tabella CGIL citata).
L’accordo intervenuto uniformerà il trattamento pensionistico per vecchiaia
delle donne del settore privato a quello degli uomini, e delle donne del
settore pubblico (come chiesto dalla BCE, vedi sotto).
Ecco i dati pensionistici elaborati dalla CGIL:
LA NORMATIVA IN MATERIA DI PENSIONI PUBBLICHE DOPO LE MANOVRE ECONOMICHE DEL
2011
http://www.flcgil.it/sindacato/documenti/approfondimenti/scheda-flc-cgil-la-normativa-sulle-pensioni-pubbliche-dopo-le-manovre-economiche-del-2011.flc
Ed il punto di vista dei padroni:
“Pensioni, cosa ci differenzia
dall’Europa”
redazioneweb
25/10/2011 14:56
La riforma della previdenza sembra bloccare il decreto sviluppo del governo. È
possibile portare le pensioni a 67 anni? Ecco cosa fanno gli altri Paesi
europei. […]. Che differenze ci sono tra il sistema previdenziale italiano e
quello degli altri Paesi dell’area euro? Secondo l’agenzia Adnkronos, che ha
riassunto i dati del Joint Report of Pensions 2010 della Commissione europea,
le principali differenze sono di genere, con età di pensionamento diverse per
uomini e donne, e la pensione di anzianità. In molti Paesi europei, dove
l'accesso alla sola pensione di vecchiaia è previsto a 65 anni sia per gli uomini
che per le donne, è già previsto un aumento graduale fino a 67/68 anni. Ecco un
quadro europeo delle pensioni:
http://www.businesspeople.it/Societa/Attualita/Pensioni-cosa-ci-differenzia-dall-Europa_25723
ITALIA: 60 anni per le donne e 65 gli uomini nel settore privato, mentre nel
pubblico 61 anni per le donne ma con innalzamento a 65 anni nel 2012. Si deve
poi aggiungere un anno ulteriore previsto dalla finestra mobile inserita nella
manovra correttiva del 2010. C'è comunque la possibilità di uscire con la
pensione di anzianità a 60 anni con 36 di contributi (61 gli autonomi), età
alla quale va comunque aggiunta la finestra mobile.
FRANCIA: attualmente l'età di pensionamento prevista per uomini e donne è d 62
anni. È previsto un aumento progressivo di quattro mesi all'anno dal 1 luglio
2011 (a regime nel 2018) a cominciare dai nati dopo il 1 luglio 1951.
GERMANIA: 65 anni per gli uomini e donne, nati prima del 1 gennaio 1947.
L'obiettivo da raggiungere sono i 67 anni per gli uomini e le donne con aumento
graduale dal 2012 al 2019 a partire dai nati nel 1947.
REGNO UNITO: l'età per gli uomini è a 65 anni; per le donne è previsto un
graduale aumento fino a 65 anni dal 2010 al 2020. È previsto un aumento a 68
anni per tutti tra il 2024 e il 2046.
SPAGNA: per uomini e donne a 65 anni. Aumento graduale fino a 67 anni dal 2018
al 2027.
BELGIO: 65 anni per uomini e donne.
DANIMARCA: 65 anni per uomini e donne. Previsto l'innalzamento a 67 tra il 2024
e il 2027 e dal 2025 l'adeguamento all'incremento della speranza di vita media
dei sessantenni.
FINLANDIA: 65 anni per la pensione di base; da 62 a 68 anni per la pensione
legata alla retribuzione.
SVEZIA: età flessibile fra i 61 e i 67 anni.
Joint Report of Pensions 2010 della Commissione europea
http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/occasional_paper/2010/pdf
Joint Report of Pensions 2010 della Commissione europea - News
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=958&furtherNews
CONCLUSIONI.
Della famosa lettera della BCE, * scritta da Draghi
e Trichet, resa pubblica dal Corriere,
riporto il passo relativo alle pensioni:
“È possibile intervenire ulteriormente
nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le
pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore
privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così
ottenendo dei risparmi già nel 2012”.
La lettera della BCE, però, va considerata integralmente, anche per quanto
riguarda il rafforzamento degli
ammortizzatori sociali, poiché – s’informi - ci sono milioni di cittadini,
parecchi di loro over 45, ed anche over 60, anche con famiglia a carico, senza
lavoro e completamente privi di tutele:
“c) Dovrebbe essere adottata una accurata
revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei
dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un
insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di
facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori
più competitivi”.
Dopo aver addossato l’onere del risanamento (140 mld nell’ultimo anno e mezzo
soltanto come manovre correttive, escludendo quindi le leggi di stabilità, ex
finanziaria) in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri (mentre i
giornalisti, capitanati da direttori ed editorialisti di giornale di destra,
Belpietro, Sechi, Bechis, Porro, ecc., cui si sono aggregati anche alcuni di
sinistra, come Mineo e Menichini, hanno montato una vera e propria canea contro
il contributo di solidarietà, che li colpiva direttamente), le risorse indispensabili alla crescita
vanno prese da quelli che i soldi ce li hanno: il 10% di Italiani che detiene
il 45% della ricchezza nazionale. Le misure ormai sono condivise dalla
stragrande maggioranza degli Italiani (tranne Silvio B. e Giulio T. ed i loro
utili idioti).
In attesa degli eurobond (non a caso caldeggiati da Tremonti) e della TTF,
occorre:
a) reintrodurre, come ha suggerito anche la Banca d’Italia
recentemente, l’ICI sulla prima casa dei
più abbienti, abolita dal governo Berlusconi (2,5 mld circa), lasciando le
franchigie decise dal 2° governo Prodi (v. “Abolizione ICI
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html
)
b) introdurre, come hanno suggerito, da ultimo, anche le associazioni
imprenditoriali, un’imposta patrimoniale
ordinaria ad aliquota bassa sulla ricchezza netta al di sopra di una certa
soglia, cioè prevedendo una franchigia di almeno 800 mila € (v. Dossier
“Imposta patrimoniale”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html
);
c) ritassare, come suggerito da Pierluigi Bersani, i capitali scudati;
d) eliminare lo scandaloso doppio
stipendio ai magistrati fuori ruolo.
E’ superfluo notare che
troppo spesso, in un Paese stortignaccolo come il nostro (e come ha rammentato
Eugenio Scalfari nel suo editoriale di domenica scorsa, citando Enrico
Berlinguer), si appronta un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti
meno abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che
riguarda i più abbienti.
E perciò non contribuiamo ad
alimentare, Dott. Mauro, la solita
disinformazione ed ammuina da “utili idioti” dei ricchi. La concentrazione della ricchezza e le
disuguaglianze sono scandalose e crescenti; basta leggere le statistiche
(dell’ONU, dell’OCSE, della Banca d’Italia, non di Liberazione **) per rendersene conto. O il documento del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito lunedì scorso ***. O basta
analizzare sulle spalle di chi, ripeto, sta gravando e graverà l’onere dei 140
miliardi di € (pari a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive varate
dall’attuale governo nell’ultimo anno e mezzo. Anche… Catalano direbbe che è
più equo se la crisi la pagano ANCHE i ricchi (soprattutto quelli che l'hanno
provocata), non solo i meno abbienti ed i poveri.
(*) Lettera BCE
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
[**] Ricchezza dei ricchissimi.
Nel 2006, secondo il World Institute for Development
Economics Research of the United Nations, riportato dal "Guardian",
il 10% della popolazione adulta del mondo detiene l'85% della ricchezza
mondiale; la metà più povera della popolazione adulta se ne spartisce solo l'1
per cento
http://money.guardian.co.uk/news_/story/0,,1965033,00.html
Nel 2008 (dati Bankitalia), il 10% della popolazione
italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale.
http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat/suppl_08_10_corr.pdf
http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2010/suppl_67_10.pdf
Classifica 2009 dei ricchissimi
http://www.repubblica.it/persone/2010/03/11/news/forbes_ricchi-2588296
http://www.forbes.com/lists/2010/10/billionaires-2010_The-Worlds-Billionaires_Rank.html
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2553957
Disuguaglianze sociali
“Dal rapporto Growing Unequal dell’Ocse emerge che tra i 30
paesi Ocse oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Non è
solo colpa della crisi, anche se la crisi certo ha accentuato questa tendenza:
redditi da lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a
partire dalla metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei
paesi Ocse, dove l’aumento medio é stato del 12%”.
http://amato.blogautore.repubblica.it/2010/11/19/la-crisi-non-e-uguale-per-tutti/
http://www.oecd.org/dataoecd/44/45/41524655.pdf
[***] “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale
nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”
http://www.pcgp.it/dati/2011-10/24-999999/RIFORMA-MONETARIA-italiano.pdf
In conclusione, concretamente,
al sottoscritto le manovre correttive per il risanamento dei conti pubblici (non
dell’INPS, i cui conti sono in attivo ed in equilibrio fino al 2050) stanno
comportando quest’anno un mancato introito pensionistico di quasi 20 mila €; ai
ricchi, ai loro utili idioti ed a voi giornalisti che chiedete le riforme per
gli altri ad ogni piè sospinto, quanto?
Cordialmente,
27 ottobre 2011 15:48
Pubblico,
di seguito, la risposta di Ezio Mauro e la mia replica:
“legga prima la pagina di petrini, oggi”.
[****]
Non ho bisogno di leggere
Petrini per sapere la situazione. Anzi, è proprio per questo che mi sono
permesso di scrivere a Lei, dopo avere scritto a F. Bei (3 giorni fa) e M.
Ruffolo (oggi).
Il problema è che, per
attaccare - giustamente - Berlusconi, state colpevolmente alimentando anche voi
di "Repubblica" (come fanno i contaballe giornali di destra) la
solita ammuina che favorisce i ricchi, attaccando le pensioni di vecchiaia, già
riformate ed in equilibrio rispetto al benchmark UE (non si dovevano proprio
inserire nella lettera all'UE!).
Sulle pensioni di anzianità,
legga la mia e-mail precedente (o ciò che ho scritto a F. Bei). Alla quale
posso aggiungere (come ho scritto a Francesco Bei) che c'è anche il problema di
un limite agli importi pensionistici, visto che le pensioni superiori a 2.500 €
(incluse quelle dei dirigenti, dovute confluire nell'INPS per difficoltà
derivate da troppa generosità) incidono per oltre il 10,4 per cento della spesa
pensionistica complessiva, mentre il 39,1 per cento di esse è inferiore a 500 €
ed il 70,5 per cento non supera i mille €.
Esprimo la speranza che,
invece delle pensioni, facciate ora una forte campagna a favore del
"contributo di solidarietà" sui redditi privati, (caldeggiato da
Eugenio Scalfari), prima versione,
l'imposta patrimoniale (proposta per primo da Carlo De Benedetti), l'ICI
sui ricchi (suggerita dalla Banca d'Italia), i capitali scudati, ecc.
27 ottobre 2011 17:28
[****]
La previdenza
Pensioni, ecco la riforma fantasma, i 67 anni nel 2026
erano già previsti
Nella lettera inviata
all'Europa, vincoli anche meno severi di quelli in vigore. In base alla legge,
quell'anno uomini e donne lasceranno per vecchiaia solo a 67 anni e 7 mesi. Il
vero terreno di riforma chiesto dalla Bce era l'anzianità, dove non cambia
nulla di ROBERTO PETRINI
27 ottobre 2011
http://www.repubblica.it/economia/2011/10/27/news/pensioni_riforma_fantasma-23945702/
P.S.:
Riporto il mio commento in
calce all’articolo di Roberto Petrini, rimasto in grande evidenza, assieme a
quello di Marco Ruffolo, nella home page
di Repubblica.it per tutto il giorno;
poi, sarà stato sicuramente un caso, tolti da lì dopo la mia replica a Ezio
Mauro.
1.
LA SOLITA AMMUINA A FAVORE DEI RICCHI. Anche questa volta i
ricchi la fanno franca, e voi di Repubblica non fate altro che parlare di
pensioni. Dal 1992, sono state varate 7 riforme delle pensioni, che hanno messo
in equilibrio il sistema pensionistico italiano fino al 2050, per cui esso è
ora tra i più solidi. Dopo le manovre economiche del 2011, nel 2026 gli uomini
riscuoteranno la pensione di vecchiaia a 67 anni e 7 mesi, nel 2032 a 68 anni e
2 mesi. Laccordo intervenuto uniformerà il trattamento pensionistico per
vecchiaia delle donne del settore privato. Dopo aver addossato lonere del
risanamento (almeno 140 mld) in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri,
le risorse indispensabili alla crescita vanno prese da quelli che i soldi ce li
hanno: il 10 per cento di Italiani che detiene il 45 per cento della ricchezza
nazionale (ICI sulla prima casa dei ricchi, imposta patrimoniale, ritassazione
capitali scudati, eliminazione doppio stipendio magistrati fuori ruolo).
Inviato
da magnagrecia7
il 27 ottobre 2011 alle 14:25
LETTERA N. 3 ALL'ON. ROCCO BUTTIGLIONE
Egr. On. Buttiglione,
Lei, oggi, come misura
strutturale per finanziare la crescita, ha affermato che l’UDC appoggerebbe la
riforma delle pensioni. Senza menzionare altro.
Mi permetto di osservare
(premettendo che io sono già in pensione, ma la stessa mi verrà erogata dopo 12
mesi, con un mancato introito quest'anno di quasi 20 mila €):
1) Spesa pensionistica.
E’ vero che la spesa sociale
italiana è in linea con quella media OCSE, ma non la voce pensioni, né l’età di
pensionamento. Quindi ci sono margini d’intervento, che andrebbero però
definiti sulla base di incentivi-disincentivi decisi con la riforma Dini del
1995, che è una delle 7 (sette) riforme delle pensioni varate a partire dal
1992.
Ma è altresì vero che il
problema del sistema previdenziale non è soltanto l’età pensionabile di
anzianità o non è soltanto il c.d. “tasso di sostituzione” (in merito al quale
sono già state presentate proposte di legge dal centrosinistra), ma anche
l’assenza di un limite agli importi pensionistici. Dai dati dell’Osservatorio
statistico sulle pensioni dell’Inps emerge che al 2009 il 2,21 per cento delle
pensioni vigenti è di importo superiore ai 2.500 euro mensili, che incidono per
più del 10,6 per cento della spesa complessiva (tra queste quelle dei dirigenti,
la cui gestione è dovuta confluire nell’INPS perché andata in difficoltà per
troppa generosità).
In ogni caso, per allinearci
alla media OCSE, i risparmi rivenienti dall’aumento dell’età pensionabile
dovranno rimanere nel capitolo previdenza (e assistenza), ad esempio
finanziando il REDDITO MINIMO GARANTITO UNIVERSALE (l’Italia è l’unico Paese,
oltre alla Grecia, che non lo prevede) oppure per adeguare il ‘tasso di
sostituzione’ per i lavoratori precari.
2) Imposta patrimoniale.
Non credo che l’UDC sia
composto solo da milionari, come il suocero del presidente Casini. Ormai
l’imposta patrimoniale, sulla ricchezza netta oltre una certa soglia (almeno
800 mila €), non è un tabù neppure per le associazioni imprenditoriali, ed è
positivo che esse abbiano aperto alla sua introduzione, anche se, se si
guardano i numeri delle loro proposte, si vede che:
http://www.confindustria.it/Conf2004/DbDoc2004.nsf/0/b4cb2e9b9b84e42cc125791e004f26b4/$FILE/ProgettoImprese.pdf
a) le entrate da loro
previste per le pensioni vanno da 2,9 a 18 mld (“Si può stimare che le misure proposte - vedi box - determinino un
risparmio iniziale complessivo di circa 2,9 miliardi di euro nel 2013 e di
circa 18 miliardi di euro nel 2019. Tali stime si riferiscono al solo sistema
Inps.
Le risorse reperibili con la riforma delle pensioni
devono anche concorrere a realizzare gli interventi cruciali per la crescita e
in particolare a ridurre l’attuale cuneo contributivo e fiscale e rilanciare
così l’occupazione, soprattutto dei giovani”.).
b) Mentre dall’imposta
patrimoniale prevedono un introito di 6 mld, che a me appare decisamente
insufficiente, se si pensa che la sola abolizione dell’ICI sulla prima casa ha
comportato minori entrate per quasi 4 mld (cfr. “Abolizione ICI
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html ).
In altri studi e proposte
(cfr. Dossier Imposta patrimoniale
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html ),
si ipotizzano ed auspicano
introiti maggiori.
3) Doppio stipendio ai
magistrati fuori ruolo.
Il nostro Bel Paese è pieno di ingiustizie e di privilegi.
Tra questi ultimi spicca lo scandaloso doppio stipendio dei quasi 250
magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro incarico, che prendono non uno
ma due lauti stipendi, per un costo complessivo annuo di ben 20 milioni. Ad
esempio, il presidente dell’Autorità Antitrust, Antonio Catricalà, che prende
il lautissimo stipendio di presidente pari a 500 mila € e quello di magistrato,
di oltre 200 mila; o il consigliere giuridico del presidente della Repubblica,
Salvatore Sechi.
E tutto questo mentre, dai dati ISTAT sul rapporto annuale
dell'INPS diffuso a maggio scorso, emerge che il 70,5 per cento dei trattamenti
pensionistici erogati non supera i mille € al mese e che il 39,1 per cento delle pensioni è inferiore a 500 €
al mese.
Conclusione.
E’ necessario evitare, Egr.
Onorevole, che, come succede troppo spesso in un Paese stortignaccolo come il
nostro, si appronti un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti meno
abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che riguarda i
più abbienti.
E quindi non si dovrebbe contribuire ad alimentare la solita ammuina da
“utili idioti” dei ricchi. La concentrazione della ricchezza e le
disuguaglianze sono scandalose e crescenti; basta leggere le statistiche
(dell’ONU, dell’OCSE, della Banca d’Italia, non di “Liberazione” *) o il
documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito oggi
**, dove nelle conclusioni si legge: “In tale contesto, per ogni
cristiano c’è una speciale chiamata dello Spirito ad impegnarsi con decisione e
generosità, perché le molteplici dinamiche in atto si volgano verso prospettive
di fraternità e di bene comune. Si aprono immensi cantieri di lavoro per lo
sviluppo integrale dei popoli e di ogni persona. Come affermano i Padri del
Concilio Vaticano II, si tratta di una missione al tempo stesso sociale e
spirituale, che, « nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare
l’umana società, è di grande importanza per il regno di Dio »”, per rendersene conto. O basta analizzare sulle
spalle di chi sta gravando e graverà l’onere dei quasi 140 miliardi di € (pari
a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive varate dall’attuale governo
nell’ultimo anno e mezzo. Anche… Catalano direbbe che è più equo se la crisi –
e la crescita - la pagano ANCHE i ricchi (soprattutto quelli che l'hanno
provocata), non solo i meno abbienti ed i poveri.
[*] Ricchezza dei
ricchissimi.
Nel 2006, secondo il World Institute for Development
Economics Research of the United Nations, riportato dal "Guardian",
il 10% della popolazione adulta del mondo detiene l'85% della ricchezza
mondiale; la metà più povera della popolazione adulta se ne spartisce solo l'1
per cento.
http://money.guardian.co.uk/news_/story/0,,1965033,00.html
Nel 2008 (dati Bankitalia), il 10% della popolazione
italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale.
http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/bilfait/boll_stat/suppl_08_10_corr.pdf
http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2010/suppl_67_10.pdf
Classifica 2009 dei ricchissimi
http://www.repubblica.it/persone/2010/03/11/news/forbes_ricchi-2588296
http://www.forbes.com/lists/2010/10/billionaires-2010_The-Worlds-Billionaires_Rank.html
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2553957
Disuguaglianze sociali
“Dal rapporto Growing Unequal dell’Ocse emerge che tra i 30
paesi Ocse oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Non è
solo colpa della crisi, anche se la crisi certo ha accentuato questa tendenza:
redditi da lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a
partire dalla metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei
paesi Ocse, dove l’aumento medio é stato del 12%”.
http://amato.blogautore.repubblica.it/2010/11/19/la-crisi-non-e-uguale-per-tutti/
http://www.oecd.org/dataoecd/44/45/41524655.pdf
[**] “Per una riforma del sistema finanziario e
monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza
universale”
http://www.pcgp.it/dati/2011-10/24-999999/RIFORMA-MONETARIA-italiano.pdf
Cordialmente,
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