Pubblico la seconda lettera che ho inviato 10 giorni fa alla professoressa, di ideologia neo-liberista, Veronica De Romanis, docente all'Università Luiss di Roma. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna risposta né alla prima né alla seconda lettera.
Lettera n. 2 alla professoressa Veronica De Romanis sulle sue notizie false sulla flessibilità concessa all’Italia
A vderomanis@luiss.it Copia presidenza@luiss.it e altri 48
Egr. Professoressa De Romanis,
Nel suo intervento di ieri in diretta a Radio1-Zapping, Lei ha dichiarato che l’Italia, (i) dopo Monti non ha più fatto austerità e (ii) che è stato il Paese che ha più beneficiato della flessibilità.
Sorprende che una economista attenta e severissima censora dei vizi economici dell’Italia come Lei – dovendo escludere la malafede - sia vittima di false convinzioni come una qualunque casalinga:
- sia nel caso macroscopico della responsabilità della recessione, che anche Lei, come tutti gli esperti, ascriveva al Governo Monti[1];
- sia nel valutare se ci sia o non una politica economica espansiva basandosi soltanto sul parametro del deficit e non su quello dell’avanzo primario, che sottrae risorse all’economia reale, atteso che i percettori degli interessi passivi sul debito pubblico non sono quasi per nulla le famiglie (5% circa) ma, nella stragrande maggioranza, o banche e altre istituzioni finanziarie o residenti esteri,[2] per cui restano nel circuito finanziario o all'estero;
- sia nell’aderire fideisticamente alla vulgata, diffusa ad arte dalla Commissione Europea, che l’Italia sia il Paese che più ha beneficiato della c.d. flessibilità, tesi del tutto infondata – come ho osservato nella mia Replica alla DG Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea[3] –, oltre all’inaffidabilità della formula del deficit strutturale ammessa dalla stessa Commissione Europea fin dal 2013, in presenza dei seguenti dati relativi allo sforamento complessivo del parametro del 3% deficit/Pil nel periodo 2007-2016 (ricavati dalla tabella n. 4[1]): Irlanda 55,2%, per 7 anni; Grecia 54,4%, per 9 anni; Spagna 40,2%, per 9 anni; Portogallo 29,3%, per 8 anni; Francia 15%, per 9 anni; (Gran Bretagna 24,2%, per 7 anni); Italia 4%, per 3 anni.
[1] Lettera alla professoressa Veronica De Romanis sulle sue notizie false su chi ha attuato l’austerità economica
[2] Detentori del debito pubblico italiano
Banca d'Italia ……………………….367.824 (16,2%)
istituzioni finanziarie monetarie ……599.611 (26,5%)
altre istituzioni finanziarie ………….437.308 (19,3%)
altri operatori residenti ……………...127.802 (5,6%)
operatori non residenti ……………...730.512 (32,3%)
Totale …………………………..…2.263.056 (100,0%)
[3] Replica alla risposta della DG Affari Economici della Commissione Europea (anche per conto della Commissaria Margrethe Vestager)